HOTEL DELL’IMPICCATO: Camminando attraverso questo grande parco giungiamo al terzo edificio. Un lato è completamente abbracciato dalla vegetazione, verde e rigogliosa. Entriamo, non c’è la porta, davanti a me quattro materassi accatastati uno sull’altro evidenziano la loro qualità dal marchio italiano impresso sulle cuciture. Ci giro intorno e quello che vedo sono dei grandi buchi nella stoffa e nell’interno, opera dei topi senza dubbio. Un mobile di alluminio con le rotelle giace riverso a terra proprio accanto ai materassi. Sulla sinistra una porta spalancata si apre su un corridoio non troppo lungo, riesco già a vedere infatti, cosa c’è oltre. Sempre a sinistra un bagno e davanti una stanza rialzata con all’interno una quantità indecifrabile di materassi accatastati. Non abbiamo avuto una bella sensazione difronte a quella scena! Di cose da vedere ce ne rimanevano ancora molte, così senza soffermarci più del dovuto abbiamo scelto di proseguire.
La piscina
Ormai completamente asciutta, all’epoca era uno degli intrattenimenti per gli ospiti.
La forma che la determina fa capire che lì dentro erano al sicuro anche i bambini, in quanto una parte era molto poco profonda e quasi recintata prima di aprirsi a livelli di profondità molto più elevati per concedere agli adulti di poter nuotare liberamente.
Intorno, incastrati nel pavimento grezzo da esterni, troviamo dei piatti doccia, necessari per lavare via il cloro dal corpo dopo un bel bagno o come gesto igienico prima di immergersi.
All’interno vi abitano ormai solo erbacce e sedie rotte, ma qualcosa di bello lo abbiamo trovato…le opere che i graffiti artist hanno inciso sulle mattonelle. I disegni sono fatti veramente bene anche se a parer mio un po’ inquietanti.
L’hotel centrale
Tornando dall’esplorazione della piscina entriamo finalmente nella struttura madre..l’albergo; trovandoci nella parte più alta rispetto alla hall in pratica la nostra esplorazione parte dal primo piano. Sulle mura dell’edificio altri graffiti, rappresentazioni colorate di mostri e demoni, a terra un materasso ormai marcio, annerito e con le molle d’acciaio in bella vista. Una panoramica veloce ci spinge a decidere di iniziare ad approfondire l’indagine dalla reception. Scendiamo, arriviamo in una grande sala, resta in piedi ancora il mobile della reception, le condizioni sono discrete. Si vedono le caselle dove venivano riposte le chiavi delle stanze; purtroppo il bancone è ridotto ad un mucchio di legna accatastata. Nonostante l’ampiezza della stanza il disordine regna sovrano. Continuiamo a girare…ci sono mucchi di foglie secche ovunque, le mura sono tappezzate di scritte e disegni (anche osceni) opera sicuramente di ragazzini e vandali in azione di notte. Dalla hall dò uno sguardo fuori, la visuale è suggestiva, nonostante sia tutto oramai incolto il verde che abbraccia l’hotel col suo silenzio assordante accompagna la mia immaginazione indietro nel tempo. Sono sicura che quando tutto era in piena attività il proprietario riusciva a fare bei numeri in alta stagione, tra la location e tutto ciò che la circonda non si poteva chiedere di più! Torno dentro..mi imbatto in una sala completamente rivestita in legno..purtroppo non essendo rimasto altro non riesco ad immaginare cosa si svolgesse all’interno, in alto un lampadario mezzo rotto ha ancora qualche ciondolo di cristallo appeso…
Nel buio riesco a scorgere due cabine…sono strette…osservando meglio noto che nella parete di entrambe ci sono due prese, quelle per i telefoni fissi, sì perché ancora in quegli anni i telefoni cellulari non c’erano e quindi si utilizzavano gli apparecchi delle strutture per telefonare. Un po’ più in là c’è l’ascensore, ovviamente stile retrò, è inaccessibile poiché bloccato al piano superiore sicuramente, visti i crolli presenti all’interno del vano. Continuiamo attraverso i vari corridoio fino ad arrivare in una stanza molto buia; aiutati dalla luce dei cellulari notiamo di essere entrati in una sala forse adibita a ristorante…si evince dal posizionamento delle colonne interne e dal poco mobilio rimasto. Alla nostra destra c’è un bancone lungo con gli sportelli, dove probabilmente venivano riposti piatti e posate, e anche tra le colonne c’è un mobiletto basso dello stesso stile.
Passiamo al primo piano, un corridoio lungo, le camere sono disposte a destra e sinistra, la prima cosa che notiamo sono i balconcini presenti solo in tutte le stanze alla nostra destra. Sono di forma semicircolare, non troppo profondi con una ringhiera in ferro decorato che fa da cornice. A terra, ovunque, il pavimento è in moquette chiara; i bagni, piastrellati da mattonelle 20×20 sulle tonalità del beige e marrone, la fantasia è geometrica tipica degli anni passati. Sul pavimento pezzi di soffitto caduti, stampelle appendiabiti sparse e anche un accendino. Tornando indietro dall’altro lato di questo corridoio ci sono altre stanze ma distribuite in modo diverso, forse perché non era la stessa neanche la dimensione, e per chi alloggiava in queste ultime si presentava un panorama diverso, davvero splendido.
Il secondo piano si rivela essere gemello al primo, cambia solo il colore dei lampadari sono color verde bottiglia. Anche per quanto riguarda i ritrovamenti non ci sono novità.
Torniamo sul pianerottolo, c’è un’altra rampa di scale che ci porterà al terzo ed ultimo piano.
Saliamo…alla nostra sinistra troviamo una terrazza, il muro di protezione è bassino e tinteggiato color giallo ocra così come una parte dello stabile; c’è una piccola tettoia in legno mantenuta ancora bene. Davanti a noi dietro un muro spaccato ( forse addirittura preso a martellate) si vede una camera da letto grandissima, un pezzo di tubatura pende dondolando dall’intercapedine. A sinistra si apre davanti a noi l’ennesimo corridoio…qui c’è lo scempio più totale, i vandali si sono divertiti alla grande! Hanno spaccato quasi tutti i muri,le stanze qui erano un po’ più grandi e il corridoio credo fosse arricchito da degli archetti perché ormai oltre alle macerie che ci sono a terra si vedono delle spallette di muro ancora in piedi e ben salde. Una scala in ferro, di quelle telescopiche, posizionata in uno spazio a metà corridoio ci invita a salire…è leggermente sospesa da terra e molto arrugginita, porta alla mansarda (o sottotetto) ma questa è solo un’ipotesi perché in realtà non essendo certi della sua stabilità preferiamo rimanere giù.
Dal nostro canale youtube la parte 3 e 4 della nostro videoreportage! #BUONAVISIONE