BASE MILITARE: All’interno di questo enorme cittadina militare ci sono ancora reperti e piccoli oggetti di chi ci ha vissuto parte della sua vita.
In questo articolo vi vogliamo parlare e presentare uno dei luoghi ancora sconosciuti alla maggior parte degli urbex. Tra vari ostacoli e difficoltà logistiche siamo però riusciti a raggiungere il nostro obiettivo, quello di riportare in vita attraverso il nostro reportage un posto a dir poco emozionante!
Come di consueto zaini in spalla e attrezzatura fotografica tra le mani ci avventuriamo tra sterpaglie e rovi al fine di riuscire ad entrare e documentare una quasi città fantasma. Perché chiamarla città?!
Perché una base militare è formata da tanti edifici racchiusi in una zona dal limite finora invalicabile!
Entriamo nel primo edificio…la porta è aperta…non sappiamo ancora quale sia la sua funzione e quindi possiamo solo girare e cercare di capire.. è tutto mantenuto benissimo nonostante come immaginerete l’intonaco delle pareti sta cadendo a pezzi e matasse di polline e sporcizia portate dal vento sono accumulate un po’ in ogni angolo.
Dopo qualche minuto di riprese e foto ci rendiamo conto di essere nella mensa…una grande sala alla nostra sinistra, a destra invece un bagno forse solo per il personale e una cucina…che si evince dalla cappa ancora appesa e un lavandino in muratura dalla doppia vasca. In alto accanto al lavandino uno scaldabagno ormai segnato dalla ruggine, col quale scaldavano l’acqua per il lavaggio delle stoviglie. Per essere una mensa militare mi sembra piccola ma sulla porta a vetri all’ingresso così è scritto. Un’altra porta aperta sull’esterno ci invita a continuare l’esplorazione… altri rovi e sterpaglie rendono abbastanza difficoltoso il cammino…nonostante l’adeguato abbigliamento le spine si infilano ovunque…le zanzare fanno il loro mestiere ma noi presi dall’emozione e incuranti di tutto ciò proseguiamo. Alla nostra destra il cancello di ferro, grande e maestoso, al centro ha una piccola finestra scura, è da lì che i soldati pronunciavano la fatidica frase “ALTOLÀ CHI VA LÀ”. A sinistra un’altra palazzina…ci accoglie all’entrata una targa con annessa una sorta di statuina rappresentante il leone di San Marco con la testa però ormai rotta. All’interno un lungo corridoio…stanze a destra e a sinistra. Molte sono completamente vuote, in alcune sono rimasti dei calendari sparsi, poi arrivano quelle belle…tendaggi di qualità ancora appesi e in una addirittura un camino! Peccato ormai spoglio…Il controsoffitto delle stanze più importanti era a quadri intarsiati e nonostante sia ormai crollato a terra non riesco a distinguerne il materiale, posso dirvi però il colore, bianco. Le targhe in legno e ottone descrivono esattamente quale erano le attività svolte all’interno così come il ruolo di chi le abitava durante la giornata; fino ad ora quella più ricca che abbiamo trovato in questa palazzina è la sede dell’ufficio dove venivano richieste e firmate le licenze dei soldati.
Un muretto con il plexiglass sopra divide perfettamente la stanza a metà, a terra un giornalino con in copertina l’immagine di un soldato e tanti tanti fogli ancora da compilare e prodotti per la pulizia dell’ufficio.
Ci dirigiamo verso l’uscita e sotto il sole cocente ci prepariamo ad attraversare altri rovi stavolta molto fitti, per arrivare ai prossimi edifici.
È un’esplorazione davvero faticosa…siamo pieni di graffi e di spine…il caldo non aiuta, ma con tanta forza di volontà finalmente ci troviamo a passeggiare su un lungo viale costeggiato da un lato e dall’altro dai padiglioni ancora inesplorati.
E adesso?sono davvero tanti e scegliere quale visionare per primo non è facile!
Ci facciamo guidare dal nostro istinto e…non sbaglia!
Nel prossimo numero continueremo a descrivervi la nostra esplorazione. Ciò che vi abbiamo descritto, lo potete constatare nel link al video sottostante!
https://www.youtube.com/watch?v=8hE-a7JiysE&ab_channel=REALURBEX
E ora qualche scatto!