LA STORIA DI VILLA SPADA: Progettata nel 1815 dall’architetto Giuseppe Valadier, Villa Quiete nasce esattamente dove era già preesistente il convento dei padri cappuccini del sec. XVI, che restò operante fino al 1810. La Villa ebbe molti proprietari, e nel 1812 venne acquistata dal gonfaloniere sig.Angelini, che incaricò poi nel 1815 il sopracitato Valadier di mettere in opera il suo progetto. Nel 1928 divenne proprietà del conte Lavinio De Medici Spada, politico e noto uomo letterario al quale fu dedicato addirittura un minerale, la SPADALITE. Il conte trasformò l’edificio in un vero e proprio capolavoro di cultura e bellezza e lo dedicò alla sua amatissima moglie Natalia Komar, nobildonna polacca. Tra i loro più illustri ospiti spicca il nome del compositore Fryderyk Chopin che, molto legato alla sorella di Natalia, Delphine Komar, compose e dedico’ loro il brano “Polacche”. Delphine rimase vicino al compositore anche in punto di morte accompagnandolo verso l’ultimo respiro. Natalia, invece, morì poco più che trentenne.
Il conte Spada fece utilizzare le serre disposte in giardino per la coltura sperimentale delle piante, e nel 1857 il giardiniere della Villa Vittorio Micucci pubblicò un catalogo in cui erano elencate specie e varietà di ciò che era stato coltivato.
Alla morte di Lavinio Spada la tenuta passò al fratello Alessandro e poi a suo nipote Tommaso, prima di essere definitivamente venduta.
Villa Quiete fu anche un ex campo di prigionia fascista; somali eritrei ed etiopi appresero proprio lì le informazioni riguardanti l’arresto di Mussolini e la caduta del fascismo; l’8 settembre 1943 venne dichiarato l’armistizio e molti di loro, aiutati dalla popolazione locale, si diedero alla fuga.
Sempre negli anni ‘40, sotto la proprietà dei conti Vannutelli, nella Villa venne aperto un campo di intrattenimento femminile.
Dal 1960 al 1980 lo stabile venne utilizzato come scuola per l’infanzia.
Da allora ci sono state varie vicende riguardanti la compravendita della Villa, ma ad oggi la proprietà è a tutti gli effetti del comune di appartenenza.