Villa Bianca: In questo articolo vi vogliamo raccontare una delle più affascinanti scoperte degli ultimi tempi. È tra le pareti di questo meraviglioso edificio che bellezza e mistero viaggiano insieme.
Allacciate le cinture e preparatevi a partire!
Davanti a noi solo boscaglia…zaino sulle spalle e attrezzatura fotografica pronta all’uso; passo dopo passo, dopo tante ricerche riusciamo a scorgere una rete..ecco che osservando meglio troviamo un buco, opera sicuramente di qualcun altro durante precedenti esplorazioni. Al di là della rete ci troviamo su un lungo viale che ci porterà alla fine di fronte a questa Villa bellissima; l’edificio è completamente di colore bianco, a più piani, in stile novecentesco. Su entrambi i lati sono posizionate delle statue che raffigurano personaggi mitologici, peccato siano ormai rotte e decadenti! Prima di entrare ed esplorare l’interno dell’edificio decidiamo di perlustrare tutto il perimetro. Un giardino enorme, un garage vuoto con la serranda spalancata, erba e sterpaglia ovunque; infine scorgiamo un’enorme piscina, ormai habitat di sempreverdi, in stile settecentesco, ma con evidenti ritocchi. Torniamo davanti alla Villa…il portone in legno marrone è serrato dall’interno, ai lati e al piano superiore tante porte-finestre con persiane spalancate a caso dal vento, e in alto, al centro di un sottotetto triangolare, un oblò, arricchito da un inferriata lavorata. Notiamo che accanto c’è un dispositivo di allarme, sicuramente disattivo.
Il nostro obiettivo rimane quello di entrare per poter immortalare ogni meraviglia racchiusa all’interno.
Tra le mura
Una porta-finestra aperta per metà, e tre scalini ci invitano ad entrare; ad accoglierci ci sono una vecchia cucina è una nuvola di mosche impazzite. Ci facciamo largo, l’aria che si respira è strana, e mette i brividi addosso. Arriviamo all’ingresso di un grosso salone, dove spiccano un bel camino con inserti dorati e una maestosa scala in marmo rosso. Il corrimano in ferro , rivestito di velluto rosso, raffigura dei levrieri, forse una battuta di caccia; a monte una volta troneggiavano proprio delle statuine in legno con la forma definita del cane, ma i vandali nel tempo hanno ben pensato di portarle via! Cosa assurda e irrispettosa!
Durante il tour possiamo ammirare la bellissima carta da parati in velluto (ormai strappata violentemente in parecchie parti), tante camere, camini di diverso stile, bagni e un balcone lunghissimo che si affaccia sul giardino. Il panorama da lassù è spettacolare: sembra quasi che il bosco e le colline vogliano abbracciare questa Villa ormai deserta. Il primo piano colpisce soprattutto per la camera da letto padronale; ci sono ancora la struttura del letto in ferro battuto e due grossi affreschi.
Il primo, sul soffitto, sembra essere davvero antico, mentre quello sulla parete più recente. Entrambi sono conservati ancora molto bene. Quello che dispiace è vedere che sciacalli e vandali nel tempo hanno distrutto tutto, persino il pavimento in legno! Il materasso, anzi, i materassi perché erano due singoli un tempo uniti, sono stati buttati giù dalla finestra, e il copriletto giallo giace ormai stropicciato e mal messo sulla struttura del letto.
I bagni ,in marmo, sono completamente smontati, privi dei loro lavandini di forma ovale e con i wc rotti, spaccati!
Altre scale, più ordinarie, ci fanno strada sino alle soffitte; ebbene sì, possiamo parlare al plurale perché sono divise. Dalla finestra a oblò entrano caldi raggi di sole, le pareti sono integre e bianche, a terra escrementi di animali e quel che rimane di mobili su misura ormai vuoti
Dopo un’altra veloce occhiata in giro, scendiamo nuovamente al piano terra; stanze enormi, porte in legno e con vetri decorati in ferro al centro in alcuni casi, arazzi e due tastiere ormai rotte che chissà quante melodie avranno suonato! Una scalinata piccola porta nei sotterranei…scendiamo…odore di muffa…una stanza grande e vuota sta aspettando di essere esplorata. È buio pesto, accendiamo le torce, tutto vuoto tranne una porta grande in legno che giace a terra. Facendo attenzione a dove mettiamo i piedi entriamo, incontriamo una piccola biscia ancora viva, alla vista della luce inizia a muoversi, danza intrecciandosi su se stessa; di lato un’altra stanza il cui accesso è consentito da una scala rudimentale di mattoni. L’umidità è indescrivibile, non c’è niente se non una vetrata che si affaccia al livello del terreno dove è ricavata la piscina.
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Vi aspettiamo lunedì prossimo per la seconda parte, la storia della Villa Sara!